UN VIAGGIO CHIAMATO VITA
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Un bacio appassionato.
Fu un po' come morire.
Piano.
Tra le sue braccia.
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La vita di Penelope, giovane cameriera piena di sogni e di speranze, cambia repentinamente una mattina di gennaio, quando il bellissimo Braxton Ward, immobiliarista americano a Venezia per motivi di lavoro, le rivolge la parola in modo fortuito.
Da quel momento tutto cambia. E non solo in meglio.
Attrazione, dubbio, repulsione, e poi ancora attrazione. Penelope entra in un frullatore di emozioni contrastanti che la portano a sbagliare, forse irreparabilmente.
Ora Penelope ha un problema da risolvere, molti dubbi da chiarire, un cuore spezzato da curare, innumerevoli ferite da rimarginare.
Partita per un viaggio nell'ignoto, forse senza ritorno, Penelope crede davvero di aver perduto tutto. E poi, nella sua travagliata solitudine irrompe Jamie, giovane front man di una band indie-rock, spavaldo e passionale. Lui è amicizia e sostegno ma anche mistero, tormento e introversione struggente.
Tra Venezia e San Francisco, il percorso di Penelope sarà impervio e doloroso e tuttavia meravigliosamente appassionante. E, alla fine del viaggio, forse lei ritroverà sé stessa e qualcuno da amare davvero.
Lo stile è come sempre poetico, la Demes usa le parole in modo armonioso, è una delle poche autrici che io conosca, a saper trasformare la prosa in poesia, è profonda, leggera e incisiva allo stesso tempo, ma stavolta ha messo nel romanzo qualcosa di diverso, un personaggio, Braxton, che le ha tirato fuori una vena più diretta, più sensuale. In tutti i suoi romanzi c'è sensualità, è una costante dell'amore ma in questo libro, in questo personaggio, la sensualità più romantica e poetica che caratterizza le sue opere, si amalgama con quella più grezza, rude, del personaggio dello sciupafemmine impenitente. Che poi un pochino penitente lo diventa, giusto un poco, quel tanto che serve. E la cosa straordinaria è che, con la sua bravura, l'autrice non lo descrive come la solita macchietta da romanzo rosa. Da tipo fisso delle fiabe. Non è il cattivo, è una persona, coi suoi lati in ombra, le sue paure, le sue insicurezze. A Braxton, l'autrice affianca un altro protagonista maschile, Jamie e di nuovo non ne fa l'antagonista da fiaba, non è il cavaliere senza macchia e senza paura, è un ragazzo spezzato ma che ha voglia di ricomporsi, di andare avanti, dolce, che s'innamora ma deve ancora lottare contro le proprie insicurezze, che non crede che l'amore abbia davvero bussato alla sua porta e gli appartenga. E in mezzo a questi due uomini, c'è lei, il personaggio di Penelope, che aspetta da tutta la vita un riscatto dalla mediocrità, che aspetta, aspetta, come la mitologica Penelope moglie di Ulisse ma che, al contrario di lei, non attende sterilmente nella sua isola, lei prende e parte, con una sola valigia, per inseguire l'amore, quello che crede che sia l'amore per poi scoprire che ciò che aveva desiderato non era ciò che davvero volesse il suo cuore. Un romance straordinario, di quelli che lasciano il segno. Assolutamente da leggere e rileggere.
Già il titolo e la copertina mi hanno attratto fin da subito, ma da quando ho iniziato a leggere è stato amore a "prima lettura", è una storia che mi ha catturato fin dalle prime righe. Scritta benissimo, fluida, scorrevole, curatissima nello stile, c'è un triangolo amoroso che ti entra subito sottopelle: Braxton è un uomo che ha fatto del sesso una malattia e ne è consapevole, seduce le donne senza scrupoli né pietà. Jamie, al contrario, ha un animo da poeta, è dolce, romantico e sensibile. Oltre ad avere un talento incredibile per la musica. Ho apprezzato tantissimo che i testi delle canzoni in inglese fossero anche tradotti in italiano, questo mi ha dato modo di provare ancora più empatia e coinvolgimento nei fatti narrati. Nel mezzo, tra loro due, c'è Penelope: una donna ingenua e romantica, che crede nelle storie d'amore dei romanzi e nel lieto fine, e che attraverserà un'autentica "educazione sentimentale" scoprendo i caratteri di entrambi gli uomini, e i risvolti della loro storia personale che s'intreccia. Bellissima l'ambientazione prima a Venezia e poi a San Francisco, i luoghi descritti sono raccontati talmente bene che sembra di essere lì e di vedere quello che succede. Un romanzo forte, a tratti spigoloso e fastidioso per quanto è odioso Braxton e per quanto Penelope in certi momenti sia debole e succube, ma tutto ha una spiegazione.